martedì 5 febbraio 2013

Storie di Windsurf

Questa storia non la conoscevo ancora, mi è comparsa per caso sullo schermo navigando tra blog e siti ventosi. È la storia di due amici, due windsurfisti, due persone stanche di sopportare il clima opprimente di un regime dittatoriale come quello della DDR, la ex Germania dell'Est. Talmente stanchi che nel 1986 per realizzare il proprio sogno di libertà decisero di affrontare un viaggio avventuroso attraverso il mar Baltico, senza sapere che solo 3 anni dopo quel sogno sarebbe diventato realtà con la caduta del muro di Berlino.
Essendo entrambi esperti surfisti, ma solo d'acqua dolce, pensarono che l'unico modo per poter scappare sarebbe stato via mare, con il windsurf: all'epoca nella DDR era possibile acquistare tavole da surf, ma troppo pesanti e lunghe per poter affrontare le condizioni di mare e d'onda del Baltico. E così decidono di costruire delle nuove tavole (quelle della foto qui sopra), e anche le mute, con gli scarsi materiali disponibili nella DDR (gli alberi vengono realizzati usando le aste del salto), seguendo le indicazioni di una rivista di surf fatta arrivare illegalmente dall'occidente.
Sarà con questo materiale che tenteranno di affrontare la traversata del mar Baltico, dall'isola di Hiddensee fino alle coste della Danimarca sull'isola di Mon distante 70km. La mattina del 6 Novembre 1986, con la temperatura a 6 gradi, Karsten Klünder e Dirk Deckert si buttano in acqua per tentare quell'impresa quasi disperata, consci che sarebbero potuti morire affogati o assiderati, ma sicuri che ne sarebbe valsa la pena.
Alle 4 di mattina, per evitare le pattuglie di frontiera e la guardia costiera, escono dal sottobosco e mettono in mare le tavole: Karsten riesce a partire subito, e dopo 4 ore di navigazione arriva salvo in Danimarca. Dirk fatica a partire in mezzo alle onde, cade e la muta si rompe: per non rischiare di morire assiderato, decide di ritornare a riva, riparare la muta e riprovare il giorno dopo. Questa volta la partenza va meglio, riesce a prendere il largo, e quando praticamente senza energie già cominciava a disperare di essersi perso, avvista dei pescherecci danesi, dai quali sente chiamare il suo nome: l'amico Karsten aveva allertato i pescatori, implorandoli di cercarlo, ed alla fine l'avevano trovato.
Ho sempre pensato che il windsurf rendesse libero lo spirito, ma in questo caso ha fatto di più, ha dato la libertà quella vera.


4 comments:

Mario ha detto...

questa è una bella storia...bravo Mao. il windsurf sa far vibrare il tuo cuore di petra...la posso condividere?

IL MAO ha detto...

Il mio cuore di pietra ?? Sono gli altri che non riescono a vedere la dolcezza della mia anima ;-)
Certo Ciccio, il mio Blog e' uno spazio aperto a tutti gli internauti ... ma sii coscienzioso :-)

mcolo ha detto...

Mao e dolcezza dell anima? C'e' qualcosa che non mi torna :-)
Bella storia comunque!

IL MAO ha detto...

Quella della dolcezza dell'anima è un'altra storia ... la racconterò prima o poi ;-)