
Dopo un'ora abbondante di taxi in giro per le stradine tortuose della zona, ho finalmente avuto la possibilita' di vedere la vera anima di Goa, o almeno quella che mi ero immaginata, sulla spiaggia di Palolem. Racchiusa in una baia, la spiaggia e' una striscia di sabbia di circa 2 km circondata da una fitta vegetazione di palme; lungo tutta la spiaggia si susseguono baretti, ristorantini e negozietti vari, subito dietro le "sistemazioni" per i turisti da tutto il mondo, soprattutto giovani ma anche qualche hyppie di ritorno.
Queste sistemazioni non sono altro che semplici capanne, o meglio catapecchie, di legno con il tetto di paglia, monolocali con un letto, una sedia, un bagno molto spartano e per i piu' fortunati un balcone vista mare. Sconsigliate per quelli con certe pretese di comodita' in vacanza, in pratica qualsiasi cosa sopra la mezza stella.
O almeno questa e' l'impressione che ho avuto della capanna che mi ha mostrato il ragazzo che gestiva il bar dove mi sono piazzato io in spiaggia; un ragazzo simpatico, che finita la stagione a Goa andra' in Nepal a lavorare per un'agenzia che organizza trecking, il quale mi ha confessato che le giovani turiste di Palolem hanno un atteggiamento molto rilassato e "aperto" ;-) (lui preferisce le giapponesi).
Sulla strada del ritorno, nel bosco al buio e senza illuminazione, ho avuto modo di aggiungere un punto al mio personale cartellino, l'attraversamento della mucca, in curva: nessun problema, visto che il mio taxista guidava cosi' lento che la mucca non ha neanche dovuto suonare il clacson.
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