Ormai sono quasi 40 anni che frequento Torbole ed il lago di Garda, prima da ragazzino con i miei genitori, poi con gli amici surfisti ed ultimamente spesso anche da solo, e di solito le mie giornate lì al lago hanno seguito uno schema ben definito. Sveglia presto al mattino verso le 6:30, confidando nel Peler, il vento da nord che a Malcesine mi ha regalato alcune delle migliori uscite della mia carriera, riposo fino al primo pomeriggio quando nelle belle giornate di sole l'Ora, il vento da sud arriva puntuale per le belle surfate in Conca o sotto il Ponale.
Questo sarebbe il programma nelle giornate fortunate, ma poi ci sono anche quelle quando il Peler gioca a nascondino e la mattina si rimane al parcheggio dei bus di Malcesine a scrutare le ochette che non arrivano, o quando l'Ora arriva solo al Pier e noi a Torbole rimaniamo in spiaggia.
Così quest'anno per cambiare la solita routine gardesana, ho pensato di portare con me la ebici ed il SUP, per una vacanza breve di soli tre giorni ma piena di novità. I miei primi giri in bici lungo i bei percorsi ciclabili che negli ultimi due decenni hanno reso l'alto Garda una delle mete preferite dei ciclisti austro-tedeschi: prima uno breve ed in piano lungo il fiume Sarca, da Torbole verso Arco e ritorno, e poi uno più impengativo e molto trafficato da bici e pedoni, da Riva a salire verso il lago di Ledro, lungo il percorso della vecchia strada del Ponale che taglia la montagna in diagonale e offre delle belle viste a strapiombo sul lago.
E poi anche la mia prima volta sulle acque del lago con una tavola diversa dal windsurf, non ancora con i wind o wing foil che vanno tanto di moda quest'anno, ma con un più 'tranquillo' SUP che mi ha permesso di vedere le coste da un punto di vista diverso e di fare anche qualche foto.
mercoledì 8 settembre 2021
domenica 5 settembre 2021
I primi concerti post-pandemia
Una delle (tante) cose che mi è mancata nei lunghi mesi di lockdown e restrizioni dovuti alla pandemia è stata sicuramente la musica dal vivo, dai concerti per pochi intimi di cantanti semi-sconosiuti nei localini della città, ai gruppi famosi nelle locations con migliaia di spettatori. L'anno scorso poco prima che il mondo si fermasse, avevo comprato due biglietti per i concerti di Salmo e Ligabue a Monaco, concerti prima rimandati e poi purtroppo definitivamente cancellati.
Così quando un caldo sabato d'Agosto leggendo la lista degli eventi del weekend ho notato un concerto (seduto) su una delle gradinate del vecchio stadio Olimpico, non ho neanche cercato chi fossero gli artisti, a me sconosciuti, che si sarebbe esibiti: ho comprato il biglietto online, ho noleggiato il monopattino elettrico per andare al parco olimpico, ho esibito il mio pass vaccinale, e mi sono accomotato in tribuna ad ascoltare Ami Wald e i Blek le Roc.
Il secondo concerto post-pandemia è stato ancora più casuale: ero arrivato a Torbole dopo un lungo viaggio da incubo imbottigliato sull'autostrada del Brennero con migliaia di tedeschi che scendevano in Italia per le vacanze, avevo finito la cena e mentre camminavo per il paese mangaindo un gelato mi cade l'occhio sul poster del concerto di Willie Peyote a Torbole. Stavo già rammaricandomi di avere perso la possibilità di andare al concerto, quando mi rendo conto che sarebbe stato proprio quella sera e sarebbe cominciato dopo pochi minuti. Anche stavolta sono entrato grazie al pass, e sarebbe dovuto essere ancora un concerto seduto, ma dopo pochi minuti tutti noi 'giovani' eravamo in piedi a goderci un po' di bella musica e pensare di essere tornati alla normalità.
Così quando un caldo sabato d'Agosto leggendo la lista degli eventi del weekend ho notato un concerto (seduto) su una delle gradinate del vecchio stadio Olimpico, non ho neanche cercato chi fossero gli artisti, a me sconosciuti, che si sarebbe esibiti: ho comprato il biglietto online, ho noleggiato il monopattino elettrico per andare al parco olimpico, ho esibito il mio pass vaccinale, e mi sono accomotato in tribuna ad ascoltare Ami Wald e i Blek le Roc.
Il secondo concerto post-pandemia è stato ancora più casuale: ero arrivato a Torbole dopo un lungo viaggio da incubo imbottigliato sull'autostrada del Brennero con migliaia di tedeschi che scendevano in Italia per le vacanze, avevo finito la cena e mentre camminavo per il paese mangaindo un gelato mi cade l'occhio sul poster del concerto di Willie Peyote a Torbole. Stavo già rammaricandomi di avere perso la possibilità di andare al concerto, quando mi rendo conto che sarebbe stato proprio quella sera e sarebbe cominciato dopo pochi minuti. Anche stavolta sono entrato grazie al pass, e sarebbe dovuto essere ancora un concerto seduto, ma dopo pochi minuti tutti noi 'giovani' eravamo in piedi a goderci un po' di bella musica e pensare di essere tornati alla normalità.
sabato 4 settembre 2021
La prima volta in (e)bici in montagna
Era da quando un anno fa avevo portato a casa la ebici che l'amico dirimpettaio-di-pianerottolo Fernando mi aveva promesso, o miniacciato, di portarmi a fare un giro in montagna.
La sua scelta fin dall'inzio era caduta sulla rinomata, tra i ciclisti e i camminatori austro-tedeschi, salita alla Karnwedelhaus, un rifugio sulle pendici dei monti del Karwendel, nella zona dove nasce l'Isar, il fiume di Monaco.
Una salita di 17km lungo i sentieri che da Scharnitz portano ai 1765 metri del rifugio, con 850 metri di dislivello, costeggiando le limpide acque del Karwendelbach, attraverso i pascoli di alta montagna che costringono i ciclisti ad aprire e chiudere i cancelli per impedire alle mucche di scappare. In totale un bel giro di quasi 50km, visto che siamo partiti appena fuori Mittenwald, poco prima della frontiera con l'Austria.
La sua scelta fin dall'inzio era caduta sulla rinomata, tra i ciclisti e i camminatori austro-tedeschi, salita alla Karnwedelhaus, un rifugio sulle pendici dei monti del Karwendel, nella zona dove nasce l'Isar, il fiume di Monaco.
Una salita di 17km lungo i sentieri che da Scharnitz portano ai 1765 metri del rifugio, con 850 metri di dislivello, costeggiando le limpide acque del Karwendelbach, attraverso i pascoli di alta montagna che costringono i ciclisti ad aprire e chiudere i cancelli per impedire alle mucche di scappare. In totale un bel giro di quasi 50km, visto che siamo partiti appena fuori Mittenwald, poco prima della frontiera con l'Austria.
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